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La leggerezza di un battito d’ali 25/08/2016

“Se una farfalla sbatte le ali in Brasile, dall’altra parte del mondo si scatenerà un uragano”. Lessi questa frase in Il pittore di battaglie, di A. Pérez-Reverte (che suggerisco vivamente a chi ama l’arte di saper dipingere con le parole). Non è una semplice frase ad effetto da romanzo, ma la citazione di un’espressione metaforica, l’effetto farfalla appunto, con cui Edward Lorenz, un matematico statunitense, vestì più poeticamente la Teoria del Caos.
Com’è possibile, vi chiederete: un uragano generato dall’impercettibile battito d’ali di una farfalla e per di più a migliaia di chilometri di distanza? Secondo il Butterfly Effect un’azione, un gesto, un fatto, anche il più insignificante, inconsistente, banale, innocuo produrrebbe una cascata di eventi, conseguenze, reazioni, che avrebbero influenze concatenate e determinanti. Affascinante, non trovate? Il mondo quindi (e mi fermo qui, ma il discorso sarebbe da estendere a dimensioni ben maggiori, in termini di spazio e tempo) non è come i nostri occhi sono abituati a mostrarcelo, come una realtà apparentemente fatta di elementi (persone, animali, piante, fiumi, mari, insomma ogni singola entità) a sé stanti, separati, distinti, individuali, indipendenti; ma invece come una fitta, inestricabile rete dove tutto è incredibilmente correlato, collegato; un immenso, ramificato, incorporeo gioco di Big Domino Rally o, più poeticamente, una mirabile tela dell’esistenza, un quadro che sembra completo, ma che è in eterno divenire, oppure muta alla vista dei nostri occhi, quando invece l’opera d’arte è stata dipinta e completata ancor prima dell’origine della vita.
Molte sono le trasposizioni cinematografiche sull’Effetto Farfalla, il film omonimo del 2004 con sequel del 2006 per esempio, da “Sliding Doors” con la scena del treno a “Match point” di W. Allen e la sua magistrale scena dell’anello, e ancora Jurassic Park, in cui il matematico protagonista recita: “Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole”, “Lola corre", dove lo scarto anche di una solo frazione di secondo è sufficiente a dare un risvolto completamente diverso alle vicende dei protagonisti.
Quante volte diciamo o pensiamo “Ma che coincidenza!”? Quante volte ci siamo chiesti “Come sarebbe andata se......”? Manzoni avrebbe risposto: “del senno del poi ne son piene le fosse”. Ma è un’altra storia.
Il Butterfly Effect si riflette nella vita di ogni giorno, teatro di infiniti, concatenati effetti farfalla. Viviamo infatti immersi in sistemi che gli esperti in merito definiscono complessi e non mi riferisco solo a sistemi matematici, fisici, economici, ma anche sociali e biologici. Consideriamo le continue interazioni con chi e quanto ci circonda, come siamo influenzati dagli umori, dall’“aria” che si respira intorno a noi, dalle energie che ci avvolgono, dagli stessi nostri pensieri; riflettiamo anche su come e in che misura noi stessi condizioniamo il mondo in cui viviamo (effetto serra, cambiamenti climatici, inquinamento, desertificazione, fame, sovrappopolazione, malattie, criminalità, povertà, calamità più o meno naturali....l’elenco è molto lungo).
Se anagrammiamo la parola caos, otteniamo caso: dalla Teoria del Caos alla Teoria del Caso. Caso rimanda a fato, fato a destino e così via, con una cascata di effetti farfalla!
E se il mondo avesse avuto origine da un battito d’ali?

Buona vita,
dr.ssa Francesca Tuzi